Quando acquistiamo una tisana al supermercato, tendiamo a considerarla automaticamente come una scelta salutare, quasi priva di rischi. Eppure, pochi consumatori si soffermano a leggere attentamente l’etichetta, e ancor meno si rendono conto che le informazioni nutrizionali riportate sulle confezioni sono spesso lacunose, incomplete o addirittura assenti. Questa mancanza di trasparenza rappresenta un problema serio per chi desidera fare scelte consapevoli e proteggere la propria salute.
Un problema di trasparenza nelle etichette
Il Regolamento UE 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori stabilisce precise norme sull’etichettatura alimentare. Tuttavia, molti produttori di tisane forniscono informazioni incomplete, limitandosi a riportare dati nutrizionali riferiti a 100 grammi di prodotto secco anziché alla porzione effettivamente consumata. Questa pratica rende difficile per il consumatore comprendere cosa stia realmente assumendo quando prepara una tazza di tisana utilizzando pochi grammi di miscela.
Le informazioni che davvero servirebbero riguardano la bevanda pronta al consumo, non la polvere o le foglie essiccate nella loro forma originaria. Senza questi dati, diventa praticamente impossibile valutare l’apporto nutrizionale reale di ciò che beviamo quotidianamente.
Zuccheri aggiunti: il nemico invisibile
Una delle omissioni più preoccupanti riguarda la presenza di zuccheri aggiunti. Numerose tisane commerciali contengono destrosio, maltodestrine, sciroppi o altri dolcificanti che trasformano quello che dovrebbe essere un semplice infuso in una bevanda zuccherata. Questi ingredienti compaiono nella lista, certo, ma senza una tabella nutrizionale completa diventa impossibile quantificare quanti grammi di zucchero effettivamente finiscono nella nostra tazza.
Per chi soffre di diabete, per chi segue diete controllate o semplicemente per chi vuole limitare l’assunzione di zuccheri semplici, questa mancanza di informazioni rappresenta un ostacolo insormontabile a una scelta veramente consapevole. Una tisana bevuta quotidianamente, magari anche più volte al giorno, potrebbe contribuire in modo significativo all’apporto giornaliero di zuccheri senza che il consumatore ne sia minimamente consapevole.
Dolcificanti artificiali: quando senza zucchero non significa sano
Diverse tisane pubblicizzate come senza zucchero o light contengono dolcificanti artificiali come aspartame, acesulfame K o sucralosio. Anche in questo caso, la tabella nutrizionale raramente specifica la quantità esatta di questi additivi per porzione effettiva. Alcuni consumatori potrebbero volerli evitare per precauzione, per intolleranze o semplicemente per preferenza personale, ma l’assenza di informazioni dettagliate rende questa scelta praticamente impossibile.
I principi attivi delle erbe: una variabile ignorata
Oltre agli aspetti strettamente nutrizionali, le tisane presentano un’altra criticità spesso sottovalutata: la concentrazione dei principi attivi contenuti nelle erbe utilizzate. Le piante utilizzate nelle tisane non sono semplici aromatizzanti, ma contengono sostanze bioattive che possono avere effetti sull’organismo. Alcune erbe contengono composti come allicina e quercetina, sostanze che possono interagire con la pressione sanguigna e con certi farmaci anticoagulanti.
Le confezioni raramente riportano informazioni quantitative sui principi attivi presenti. Questa mancanza di dati rende difficile valutare l’efficacia del prodotto e prevenire possibili interazioni con farmaci o condizioni di salute particolari. Le informazioni rimangono nel migliore dei casi relegate a vaghe indicazioni qualitative, insufficienti per una scelta informata.

L’illusione della naturalitÃ
Il marketing delle tisane fa ampio uso di termini rassicuranti: naturale, benessere, tradizionale, purezza. Queste parole creano un’aspettativa di salubrità che spesso non trova riscontro nella composizione reale del prodotto. Un consumatore che acquista una tisana digestiva, rilassante o depurativa si aspetta di trovare solo erbe selezionate, quando invece potrebbe trovarsi a consumare un prodotto con aromi, coloranti, conservanti e dolcificanti.
La mancanza di una tabella nutrizionale completa e dettagliata contribuisce a mantenere questa percezione distorta, impedendo un confronto oggettivo tra prodotti diversi e tra tisane e altre bevande. Gli aromi artificiali, sebbene dichiarati per legge nell’elenco ingredienti, potrebbero non essere immediatamente evidenti a una prima lettura dell’etichetta, specialmente quando riportati in caratteri piccoli.
Cosa può fare il consumatore attento
Di fronte a questa situazione, il consumatore deve diventare particolarmente vigile. Leggere sempre l’elenco degli ingredienti è fondamentale, senza fermarsi alla descrizione in etichetta frontale. Gli ingredienti sono elencati in ordine decrescente: se zuccheri o dolcificanti compaiono tra i primi, il prodotto ne contiene quantità significative. Bisogna prestare attenzione alle tisane molto aromatiche che potrebbero contenere aromi artificiali, anche se dichiarati, non immediatamente evidenti nell’etichetta.
Preferire quando possibile prodotti che riportano volontariamente informazioni nutrizionali complete è segno di maggiore trasparenza da parte del produttore. Valutare l’acquisto di erbe sfuse da preparare autonomamente rappresenta una soluzione che garantisce maggiore controllo sulla composizione finale della bevanda. Consultare il proprio medico o farmacista prima di consumare regolarmente tisane con effetti specifici è particolarmente importante in presenza di terapie farmacologiche o condizioni particolari.
La necessità di una maggiore trasparenza
Diversi esperti di nutrizione e organismi di controllo alimentare hanno segnalato la necessità di maggiore trasparenza nell’etichettatura delle tisane. Sarebbe opportuno che i produttori fornissero informazioni nutrizionali riferite alla porzione effettiva consumata, dichiarassero chiaramente la presenza e la quantità di zuccheri e dolcificanti aggiunti, e specificassero almeno indicativamente il contenuto di principi attivi quando vengono vantate proprietà funzionali.
La situazione attuale richiede un’evoluzione delle pratiche di etichettatura che vada oltre i requisiti minimi di legge. I consumatori hanno il diritto di sapere esattamente cosa stanno bevendo, specialmente quando si tratta di prodotti consumati quotidianamente e spesso percepiti come salutari. Solo attraverso una completa trasparenza informativa è possibile fare scelte alimentari davvero consapevoli e proteggere la propria salute in modo efficace.
La vera tutela passa attraverso la conoscenza e la capacità di leggere criticamente ciò che acquistiamo. Non possiamo dare per scontato che una bevanda definita tisana sia automaticamente benefica o priva di controindicazioni. Ogni prodotto va valutato per quello che effettivamente contiene, andando oltre le promesse del marketing e pretendendo quella trasparenza che dovrebbe essere uno standard, non un’eccezione nel mercato alimentare moderno.
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